Un
anno fa vivevamo il nostro ultimo giorno in Italia. E tanto quanto sembrava
lontana l’Australia, tanto lontano sembrava il giorno in cui avremmo potuto
dire “è un anno che siamo via”.
Ed
eccolo qui, il nostro primo Aussieversario, in tutta la sua consistenza. Un
anno fa lasciavamo l’Italia, un po’ curiosi, molto impauriti, di certo molto
ansiosi e senza ombra di dubbio consapevoli di intraprendere un lungo viaggio
che non dava spazio a ripensamenti.
Fiumicino un anno fa |
È
stato molto facile decidere di lasciare l’Italia e non voglio soffermarmi sul
perché. Ci sarebbe da fare una lunga lista. Forse meno facile è stato salutare
tutti non sapendo quando li avremmo rivisti. E la parte più difficile è
sicuramente stato salutare i nipotini sapendo che li avremmo rivisti cresciuti
di parecchio, considerando la velocità con cui crescono i piccolini. Nel
frattempo è venuta al mondo un’altra e forse quello è stato l’unico vero
momento in cui non saremmo voluti essere da nessun altra parte se non lì, ad
accoglierla nel mondo.
Un
anno è passato e noi siamo molto cambiati. Ci si abitua a tutto e noi ci siamo
già abituati ai nuovi noi. Sicuramente chi ci rivedrà adesso dopo un anno
noterà piccolezze a cui noi non facciamo più caso. Ma anche questo è in ballo
quando si decide di provare a stabilizzarsi in un posto tanto lontano,
geograficamente e culturalmente dall’Italia. Non siamo partiti per viaggiare,
sebbene stando qui ti vien voglia di mettere lo zaino in spalla ed esplorare in
lungo e in largo e ti vien voglia di andare a visitare le isolette del Pacifico
e vedere l’Asia. Siamo partiti per cambiare. Abbiamo cercato di trovare un
equilibrio tra quello di cui avevamo bisogno e quello che ci solleticava l’immaginazione.
Abbiamo effettivamente visto posti grandiosi e abbiamo però anche preso un po’
di quello di cui avevamo bisogno: un po’ di pace e serenità, la gioia di non
svegliarsi sempre preoccupati.
Non
possiamo dire che è stato facile. Non lo è stato per un milione di ragioni.
Abbiamo attraversato momenti in cui non eravamo al nostro meglio ma siamo
sempre caduti in piedi perché sapevamo che non valeva la pena soffrire delle
stesse ansie da cui eravamo scappati. Così abbiamo trovato il modo di liberarci
delle inutilità, partendo dai pensieri inutili per arrivare alle persone
inutili e siamo ripartiti da noi. In fondo si parte sempre da se stessi e se c’è
qualcosa che ormai ci è più chiaro del sole è che bisogna sbarazzarsi delle
persone e delle situazioni che ci incupiscono e negativizzano perché siamo noi
a camminare sulle nostre gambe e siamo noi a dover decidere il cammino. Spetta a
noi la scelta e la prima scelta, la più importante che si possa fare per
cominciare bene, è quella di essere felici.
In
questo anno abbiamo imparato a distaccarci un po’ dalle cose. Abbiamo imparato
a guardare le situazioni da lontano e ci abbiamo visto meglio perché solo
grazie alla distanza tra noi e l’Italia siamo riusciti a capire che tra le cose
da mettere nel cestino “da sbarazzarsi” c’è il disfattismo, la resa, il lamento
e il cinismo. Chi si lamenta non combatte. E chi non combatte non saprà mai
cosa avrebbe potuto guadagnare facendolo.
Tra
poco torneremo in Italia, solo per una breve vacanza. E dopo ci sarà ancora l’Australia
ad aspettarci. Per un anno ancora o forse più, non lo sappiamo. Sappiamo solo
che volevamo cambiare e lo abbiamo fatto.
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